Descrizione
Storia
La storia di Argiano ha inizio nel XVI secolo, quando la nobile famiglia senese dei Pecci acquisì la tenuta dai Tolomei e costruì la splendida villa Bell’Aria, che ancora oggi rappresenta un esempio di abitazione signorile cinquecentesca. In quegli stessi anni fu edificata anche la cantina, dando il via alla vocazione vinicola di Argiano. Nel manoscritto del 1616 di Bartolomeo Gherardini, Auditore Generale in Siena per conto del Granduca Cosimo III de Medici, si fa riferimento anche alla produzione di olio. La tenuta passò di proprietà fra varie famiglie nobiliari nel corso dei secoli, fino a giungere all’illuminata gestione di donna Ersilia Caetani Lovatelli nell’Ottocento. Grazie a lei, i prodotti di Argiano furono promossi e conosciuti nei migliori salotti culturali dell’epoca. Celebre è la citazione del sommo poeta Carducci, che si pulì “nella quale asprezza mi tersi col vin d’Argiano, il quale è molto buono”. Argiano continuò a distinguersi nel corso del XX secolo, vincendo la medaglia d’oro al Salone Alimentare di Bruxelles del 1932 per la produzione di vini pregiati da tavola e da dessert e partecipando alla Mostra Mercato dei Vini Tipici d’Italia nel 1935. Nel 1967 fu una delle aziende fondatrici del Consorzio del Brunello di Montalcino, contribuendo alla storia di questo vino pregiato. Nel 1992, la tenuta passò alla contessa Noemi Marone Cinzano, che introdusse importanti innovazioni nella gestione dell’azienda vinicola e lanciò il marchio Argiano sul mercato. In questo periodo, l’enologo di fama mondiale Giacomo Tachis collaborò con la tenuta e diede vita a Solengo, il grande Supertuscan di Montalcino. Oggi, Argiano è una delle tenute vinicole più apprezzate e conosciute della Toscana, con una storia che si confonde con quella del Brunello di Montalcino.
Uve utilizzate
Sangiovese 100 %
Metodo di produzione
Fermentazione alcolica in acciaio con macerazione sulle bucce per 2 settimane e fermentazione malolattica. Affinamento 2 mesi in barrique e in botti grandi.
Grado alcolico
14,5%
Note di degustazione
Colore rosso rubino brillante. Al naso si percepisce un aroma di sentori fruttati e floreali accompagnati da note mediterranee, che richiamano alla mente la natura selvaggia. In bocca, il vino si presenta con un sorso di media struttura, delicato e fresco, con un gusto minerale che si armonizza perfettamente con i tannini morbidi e ben integrati. Il finale è lungo e persistente, lasciando un piacevole ricordo della degustazione.
Possibili abbinamenti
Si abbina bene con piatti di carne rossa come la tagliata di manzo, l’ossobuco, la bistecca alla fiorentina o il filetto alla griglia. Inoltre, si sposa bene anche con piatti di cacciagione come il cinghiale o il cervo, e formaggi stagionati come il pecorino toscano.
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